sabato 20 giugno 2015




Intervista con Maurizio Cucchi

A cura di Andreina Guida

Foto di Dino Ignani


Cosa l'ha spinto a fare il poeta?
Lo ignoro. Ho sempre desiderato scrivere, anche oscuramente da bambino.

Da dove parte l'ispirazione?
Da tutto. Dall'esperienza reale, dal sogno, dall'immaginazione, dalla lettura.

Quale è il tema più ricorrente nelle sue poesie?
Non credo ci sia un tema ricorrente.

La sua poesia preferita?
Il canto d'amore di J.A.Prufrock, di T.S.Eliot

Chi è il suo autore preferito, in prosa e in poesia?
T.S.Eliot e Faulkner.

Qual è il ruolo del poeta nel 2015?
È tenuto ai margini, ma lavora in controtendenza per la profondità e la durata. Compie un servizio insostituibile per la nostra lingua.

Che cosa fa quando non scrive?
Leggo, passeggio, ascolto musica, come chiunque.

Quali testi leggeva da bambino?
Ricordo Jack London, Il richiamo della foresta. E poi Tom Sawyer di Mark Twain.










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